15.04.2023 > 16.04.2023 Spettacoli e Performance /
LE RÉCITAL DES POSTURES
YASMINE HUGONNET
Evento organizzato e promosso da:
Centro Nazionale di Produzione della danza Virgilio Sieni
h. 19:00
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coreografia e danza Yasmine Hugonnet
collaborazione artistica Michael Nick
disegno luci Dominique Dardant
costumi Scilla Llardo
scenografia Yasmine Hugonnet, Dominique Dardant
sguardo esterno e prove Ruth Childs
consulenza drammaturgica Guy Cools
amministrazione Violaine DuPasquier
diffusione e produzione Jérôme Pique
creato nel marzo 2014 al Festival Les Printemps de Sévelin, Lausanne, Suisse
produzione Arts Mouvementés
coproduzione Théâtre Sévelin 36, Lausanne
col sostegno di Ville de Montreux, Fondation Ernst Göhner, Pro Helvetia – Fondation suisse pour la culture, Corodis et Ville de Lausanne.
progetto sviluppato nell’ambito di “Danse et Dramaturgie 13-14” del Théâtre Sévelin 36 in collaborazione con Dampfzentrale à Berne, Tanzhaus à Zurich, Théâtre de l’Usine à Genève e sostenuto da Pro Helvetia – Fondation suisse pour la culture, Société Suisse des Auteurs (SSA) e Pour-cent culturel Migros.
Lo spettacolo fa parte della Sélection suisse en Avignon 2017.
Résidenze Théâtre Sévelin 36 – Lausanne, Tanzhaus – Zurich, Dampfzentrale – Berne, Centre National de la Danse – Pantin
Yasmine Hugonnet è stata artista associata del Théâtre Sévelin 36 (2015 -2017) e ha beneficiato del programma YAA! – Young Associated Artist.
Mi piace considerare la forma dello spettacolo come un rito coreografico: in questo spazio vibratorio tra performer e spettatore, assistiamo alla nascita dell’Idea di un Corpo. Ma questo corpo non è quello della danzatrice, è un corpo simbolico, archetipico, sociale, un corpo che è il luogo della comunicazione.
Ogni forma può essere una postura, che offre una relazione con se stessi e con il mondo, così come la si può sentire nell’arte della scultura. Cosa ci guida nell’identificare un corpo in buona o cattiva postura, forte o debole, pigro o efficiente, …? Cosa succede negli interstizi tra queste posizioni estreme? Considero la postura come serbatoio e la altero in base al suo stesso contenuto.
Il movimento continua costantemente, che sia visibile o meno, anche nell’apparente immobilità. Questo è ciò che permette di muoversi “dentro” la postura, di spostarne il punto di ancoraggio. Cerco di far vibrare la prossimità tra essere In-postura e Im-postura.